giovedì 1 maggio 2008
PRIMO MAGGIO: MORTI BIANCHE, CANZONI E BANDIERE
A conclusione della settimana più rossa dell'anno, tra le celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile e le tante manifestazioni di piazza organizzate dai sindacati per la Festa dei Lavoratori, il Primo Maggio rappresenta ormai da anni l'ultimo baluardo contro le morti bianche.
Il tema come si intuisce è serio, si parla di vita e di morte, di qualità della vita di milioni di persone che lavorano, che spesso, non sempre, ma spesso andando a lavoro rischiano di morire.
Capita sempre più spesso di parlare di questo argomento l'indomani di una tragedia, vedi la Tyssen di Torino o la Truck Center di Barletta; tutti, a destra e a manca, si prenotano un posto in prima fila per gridare "basta", no alle morti bianche. Si manifesta, si presenzia ai funerali, qualcuno piange insieme alle famiglie e si porta il lutto. Si torna anche a parlare di leggi, provvedimenti, inasprimenti di pena per chi non rispetta le regole, nuove normative e dure prese di posizioni. La sicurezza sui luoghi di lavoro diventa una priorità nazionale come le partite mondiali degli azzurri nelle sere d'estate tra birra, pizza e termometro, che supera abbondantemente i 30 gradi centigradi. Tutto questo per 24 ore, solo per 24 ore. Poi si torna alla routine di tutti giorni, i salari, la spesa, la televisione, l'aperitivo in centro, le scarpe, l'i-pod, il cellulare e le ferie, almeno fino alla prossimo tragedia. Ma a salvare tutti, come un supereroe della Marvel, arriva il Primo Maggio, la Festa dei Lavoratori e giù si torna a parlare delle morti bianche. Se ne parla di mattina però, quando lavoratori e sindacalisti si riversano nelle piazze italiane, piccole e grandi, e lì inneggiano alla sicurezza, nuova dea dell'Olimpo dei poveri lavoratori sfruttati. Poi arriva il pranzo e già durante il pomeriggio nessuno si ricorda più delle morti bianche ("Oh... gli abbiamo dedicato tutta la mattina, non basta?" qualcuno sussurra tra uno spaghetto, una tagliata e una fava). E' giunto il momento del divertimento, e che diamine! Allora si torna in piazza, questa volta per cantare, a Roma con i big del rock, quelli che vanno di moda ogni primo maggio che viene e quelli che promuovono il loro disco guarda caso uscito proprio nel mese di aprile, e altrove ad ascoltare quello che passa il convento. Come in Maremma, dove la tradizione dei canti in ottava rima e non sono dedicati all'inizio della stagione delle messi. Si scopre così l'identità contadina di una terra generosa, che però come accade nel resto d'Italia e come accade nella sua capitale dal sindaco più italico che c'è, si dimentica che proprio poche ore prima i suoi figli erano entrati nei cimiteri a portare i fiori a chi non potrà più cantare e ascoltare soltanto perchè si è svegliato e, invece di trovare l'invasore, è andato a lavoro e c'è rimasto. Cose che capitano si dirà al termine di una giornata nata con tutt'altro sentire.
In questo però gli italiani non sono soli. Anche all'estero, limitandoci al nostro continente, più o meno in tutta Europa il Primo Maggio assume simbolicamente il significato che gli diamo noi. Tranne che in Israele, dove il primo maggio assume un particolare significato. Per tutti gli ebrei è il giorno della memoria dell'olocausto, la shoa. Per due minuti, alla mattina, in tutte le città israeliane suona una sirena, come quelle antiaeree di bellica memoria.
E una sirena per tutti i caduti sul lavoro, quando suonerà? Bho. Intanto ci prepariamo bruciando la bandiera di Israele proprio oggi primo maggio, casomai ci prestassero la loro.
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